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Andromaca (Euripide)

Attenzione, questo articolo contiene una trama

Andromaca č una tragedia di Euripide.

L'anno di composizione non č tramandato, ma č sicuramente posteriore al 431 a.C, anno della guerra del Peloponneso, per la quale si spiega tutto il tono antispartano della tragedia.
La data piů probabile, tra tutte quelle proposte da critici e storici, sembra essere il 423 a.C.

Il dramma si divide in tre parti fin troppo distinte:

  • quella di Andromaca che si salva
  • quella di Ermione che fugge
  • e quella dell'assente Neottolemo

Table of contents
1 Trama
2 L'opera

Trama

Prologo

A Neottolemo, figlio di Achille, tocca in sorte come bottino di guerra Andronaca, moglie di Ettore.
La porta con sé prigioniera in Ftia, tenedola come concubina, dove ancora regna, vivendo però a Farsalo, Peleo.
Andromaca gli partorì un figlio, Molosso, ma dopo dieci anni, Neottolemo si stanco di lei e sposò Ermione, figlia di Menelao re di Sparta e di Elena.

Ermione non può avere figli, furente e umiliata, inventa contro Andromaca l'accusa di averla stregata e resa sterile; Neottolemo si reca a Delfi per consultare l' oracolo (per fare ammenda presso il dio Apollo) ed Ermione cerca di uccidere Andromaca e il figlio. Andromaca trova un rifugio per il figlio e si rifugia nel tempio di Teti.

Andromaca si rifugia nel tempio

Andromaca deplora la sorte che l'ha privata di tutto ed ora fa si che sia considerata colpevole anche della sventura di Neottolemo. Andromaca non lo ama, nel suo cuore rimane sempre Ettore, ma sa che se fosse presente, allontanerebbe da lei e dal figlio lo scempiuo che si minaccia.
Mancando Neottolemo, Andromaca si rivolge al padre, Peleo, e glio manda una compagna per informalo della minaccia al figlio di Neottolemo.
In questo momento entra il coro, composto da donne di Ftia, che pur esprimendo compassione, esorta Andromaca a mostrarsi arrendevole ai suoi signori.
Davanti al tempio giunge Ermione stessa: il poeta la rappresenta priva di ogni sentimento che non sia orgoglio esasperato e desiderio di umiliare e tormentare la donna, protetta dalla santitĂ  del tempio.
Ermione cerca pretesti di giustizia accusando Andromaca di barbarica immoralitĂ . Andromaca risponde piů pacata difendendosi e a sua volta attaccando.
Il poeta non mantiene l'altezza tragica della figura dolorante, ma, con il suo amore per il realismo psicologico, la fa scendere a rimproveri minuti, le fa pronunciare esortazioni, ammonizioni e massime di buon contegno coniugale.
La discussione diviene alterco, ed Ermione si allontana pronunciando oscure minacce.
Ella sa come farla uscire dal tempio: da lei pregato, Menelao rintraccia Molosso.
Ermione e Menelao minacciano di ucciderlo se Andromaca non uscirĂ  dal tempio.
Andromaca tenta di convicerli che questo delitto non gioverĂ  loro e che anzi, gli si ritorcerĂ  contro, costringendo Neottolemo a ripudiarla.
Menelao insiste, crudele e vile, Andromaca per salvare il figlio esce piangendo dal tempo. Nel dolore e nel sacrifico accettato, Euripide le fa ritrovare un tono schietto di altezza tragica e poetica.
Menelao rivela subito che il ricatto aveva come scopo il farla uscire e che la ucciderĂ  immediatamente, mentre la sorte di Molosso sarĂ  in mano ad Ermione.

La fuga di Emione

La scena si sposta alla reggia di Neottolemo, con Andromaca e il figlio incatenati. Arriva Peleo, parlando da padrone e da giudice: chiede ragione a Menelao di quel che sta per fare.
Menelao non sa argomentare ne giustificare e deve cedere all'energia del vecchio; Andromaca e Molosso vengono sciolti, mentre Menelao si allontana minacciando un ritorno in armi.
Ermione, abbandonata dal padre e temnendo l'ira dello sposo, č in preda alla disperazione e sta per suicidarsi.
In suo aiuto arriva Oreste, figlio di
Agamennone ed ex promesso sposo di Ermione, č il momento della sua rivincita, porterĂ  via Ermione, proferendo minacce verso Neottolemo. Oreste ha infatti creato contro di lui l'ostilitĂ  degli abitanti di Delfi.

La morte di Neottolemo

Il coro piange sulle disgrazie della guerra di Troia, derivanti dall'atto di un'adultera.
Giunge Peleo e il coro lo informa delle minacce di Oreste; il vecchio da ordine ai suoi servi di recarsi a Delfi: ma č troppo tardi.
Uno dei servi ritorna, informandolo della morte di Neottolemo, dopo furiosa resistenza, avvenuta per mano dei cittadini di Delfi, cui Oreste aveva fatto credere che Neottolemo fosse li giunto per depredare i tesori del tempio.

Segue il pianto funebre, cantato da Peleo e dal coro, sulle spoglie di Neottolemo. Ad attenuare la sciagura appare dal cielo Teti, la dea ordina a Peleo di riportare il corpo di Neottolemo a Delfi, profetizza che Andromaca sposerĂ  Eleno e che Molosso sarĂ  il fondatore di una dinastia, quella dell'Epiro.
Peleo sarĂ  assunto al cielo al fianco della dea

L'opera

Le tre parti sono unite fra loro molto esteriormente, piů che l'unitĂ  d'azione manca l'unitĂ  poetica, non sostenuta dal motivo di rappresentare il destino non della sola Andromaca, ma di tutta la casa di Neottolemo.
Questo č il principale difetto del dramma, nell'insieme appare, a noi oggi così come agli antichi, di secondo ordine.
I personaggi sono ritratti con realismo psicologico di natura pessimistica, che in Euripide sostituisce i valori religiosi e morali del mito; ma non tutti hanno la stessa altezza artistica.

Il motivo che sembra piů interessare il poeta č il conflitto di gelosia ed orgoglio tra Andromaca ed Ermione, un motivo di umile realismo, in cui Euripide, svolgendolo, sottolinea continuamente i richiami alla realtĂ  attuale ed umana, che piů gli stanno a cuore.


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